25 Maggio 2014
Alle 10:30, puntualissimo, è arrivato all’inaugurazione del frutteto didattico “Non ti Scordar di Me” di Bovolone uno sciame di Api mellifere. Ebbene sì. Davanti ai nostri occhi, migliaia di api partite probabilmente dall’altra parte del parco hanno percorso tutto il frutteto fino a posizionarsi a poche decine di metri dal luogo della cerimonia. Un segno di buon auspicio per alcuni, un gesto provvidenziale per altri: comunque sia, una meraviglia! Non poteva arrivare in un momento più opportuno e assumere quindi connotati simbolici e un po’ magici!
Decine di persone arrivate per conoscere il Frutteto Didattico e vedere i cartelli informativi degli studenti delle classi quinte (realizzato durante il progetto triennale “Che buono il frutteto”), hanno assistito ad una “lezione” in diretta di sciamatura e introduzione dello sciame nell’arnia da parte di un apicoltore; arnia che rimarrà nel frutteto visto che le api lo hanno scelto.
L’inaugurazione si è svolta con il saluto dell’amministrazione e l’assessore all’istruzione Nadia Cortiana, che ha ha brevemente ripercorso le tappe del frutteto, dalla progettazione del 2008 sino ad oggi; ha pure spiegato la scelta del nome: esso richiama l’importanza del luogo che conserva piante della nostra cultura, storia, piante che non devono essere scordate. Il dirigente professor Filippo Bonfante si è soffermato sull’importanza di una didattica che punti di più sul “fare”, ossia sulla pratica, e che incontra il territorio con lezioni fuori dall’aula di scuola a contatto con le ricchezze del paese.
L’educatrice Maria Grazia Gambuzzi ha raccontato le attività principali dei tre anni di corso, dalla scoperta delle piante all’assaggio dei frutti, fino ai lavori di gestione di un frutteto biologico. Infine la presidentessa dell’associazione Gea Onlus (associazione che ha collaborato con l’ufficio tecnico del comune per la realizzazione del frutteto) ha concluso portando l’attenzione sul frutteto come “bene comune”. Paola Nadali ha infatti ribadito che il frutteto non è solo una “banca del seme”, da lasciare alle generazioni future o un’aula didattica all’aperto per le scuole ma soprattutto il luogo di tutti, delle associazioni, delle famiglie, di ogni singolo cittadino che può frequentarlo, conoscerlo, godere dei colori, dei sapori e magari affezionarsi e diventarne custode.
Un invito che è stato prontamente accolto dallo sciame: rimarrà nel frutteto a prendersi cura delle piante garantendo l’impollinazione.