Già da alcuni anni l’educazione ambientale è divenuta parte del programma scolastico sia a livello di ciclo elementare sia a livello di scuole medie inferiori e superiori. Ciò è dovuto sia a un generale sentimento di preoccupazione e sensibilizzazione nei confronti delle tematiche ambientali, sia ad espliciti riferimenti locali, nazionali ed internazionali (in particolare la Conferenza di Rio de Janeiro del 1992).
La relazione uomo-natura si sta sempre più degradando. La finalità principale dell’educazione ambientale è opposta: considerare il futuro dell’uomo come parte inseparabile del futuro della natura in tutti i suoi aspetti (ecosistemi, risorse, etc…). L’educazione ambientale si pone alla pari dell’educazione civica e dell’educazione alla mondialità e alla pace negli scopi e finalità formative.
Ciò è riassunto dai seguenti passi:
- “L’educazione ambientale deve promuovere un approccio complessivo e di conseguenza un taglio interdisciplinare nelle relazioni tra il genere umano, la natura e l’universo” (Articolo 5 dal “Trattato sull’educazione ambientale per lo sviluppo di società sostenibili”).
- “L’educazione ambientale deve occuparsi di problemi cruciali a livello planetario, delle loro cause e relazioni interne, in un approccio sistemico e nel loro contesto storico e sociale. I temi fondamentalmente legati a sviluppo ed ambiente quali demografia, salute, pace, diritti umani, democrazia, fame, degrado di flora e fauna, devono essere intesi in questo modo” (Articolo 12 dal “Trattato sull’educazione ambientale per lo sviluppo di società sostenibili”).
Le modalità d’intervento (durata, luogo e costo) saranno concordati preventivamente con gli insegnanti in fase di prenotazione; i percorsi si possono svolgere la mattina e, per uniformarsi ai nuovi tempi scolastici , anche il pomeriggio. Per soddisfare particolari richieste sarà possibile estrapolare e sviluppare parti specifiche, ad esempio nel percorso didattico “Mangiar sano…vivere meglio” si può approfondire solamente la parte di educazione alimentare. L’eventuale uscita didattica sarà concordata di volta in volta.
Sarebbe un’esperienza positiva per i ragazzi realizzare concretamente, all’interno della scuola, un’area di compostaggio degli scarti alimentari della mensa scolastica e/o un orto biologico o di conservazione (un orto prodotto utilizzando sementi di piante che stanno scomparendo). Questa esperienza, che trasforma i ragazzi in piccoli contadini, permetterebbe loro di mettere a frutto le abilità manuali, le conoscenze scientifiche, lo sviluppo del pensiero logico interdipendente, la maturazione di capacità previsionali e soprattutto di comprendere la provenienza degli ortaggi che consumano quotidianamente.